LA NAVIGAZIONE IN ETÀ ARCAICA E LA ROTTA DA CORINTO ALLA PUGLIA

Il Mar Mediterraneo agli inizi del VII secolo a.C. era solcato da imbarcazioni che, preferibilmente tra marzo e novembre quando la stagione è favorevole, percorrevano sia rotte di cabotaggio, sia rotte lungo percorsi marittimi che richiedevano passaggi in alto mare.

In questo periodo storico il Mediterraneo si configura in modo sempre più evidente, anche grazie ai ritrovamenti terrestri e subacquei, come uno spazio di interconnessione e interazione tra i popoli che si affacciavano sulle sue rive.
Le navi da trasporto, dotate di un albero con una grande vela quadrangolare, erano favorite dalle andature portanti, cioè con il vento proveniente dai settori poppieri, anche se, in caso di necessità, erano in grado di cimentarsi in andature di bolina (contro vento), come hanno dimostrato alcune prove di archeologia sperimentale.
Numerosi studi, basati sulla lettura delle fonti storiche, attestano come il regime dei venti e delle correnti presenti ai nostri giorni, nel mar Mediterraneo, sia paragonabile a quello del mondo antico.

La nave alto arcaica, naufragata nel Canale d’Otranto, in base all’analisi del carico trasportato, che al momento sembrerebbe esclusivamente di produzione corinzia, potrebbe essere salpata dal porto di Corinto, denominato Lechaion, e dopo aver costeggiato le isole ionie si sarebbe diretta verso il Canale d’Otranto.
Qui avrebbe risalito l’Adriatico costeggiando le coste illiriche e giunta all’altezza dell’attuale golfo di Salona (Albania), dal quale la costa pugliese dista solo 70 km, avrebbe tentato la traversata in mare aperto verso un insediamento sulla opposta riva.
Al centro del Canale, a 22 miglia dalla costa, avrebbe concluso tragicamente la sua navigazione con il naufragio, forse a causa di una tempesta.
Quale doveva essere la sua destinazione? Dopo aver attraversato il mar Adriatico, nel tratto in cui le due sponde sono più vicine tra loro, possiamo presumere che avrebbe potuto proseguire il suo viaggio, con una navigazione costiera, verso una delle località dell’attuale costa pugliese, dove sono attestati materiali archeologici corinzi databili già prima del VII sec. a.C.

L’imbarcazione navigando in direzione nord avrebbe potuto proseguire verso Brindisi o, in alternativa, procedendo verso sud, si sarebbe potuta dirigere verso Roca e poi Otranto.