Agli albori del secolo VIII a.C. secondo la testimonianza di Tucidide: «…La Grecia diveniva più potente e accresceva le risorse finanziarie… Corre fama che siano stati i Corinzi a introdurre migliorie tecniche nella fabbricazione delle navi, avvicinandole di molto al livello moderno…». (Tucidide, La guerra del Peloponneso, I, 12,13).
Corinto, dunque, come vedremo anche dai reperti presentati in questa mostra, nella prima metà
dell’VIII secolo a.C. rivestiva un ruolo di primo piano nel Mediterraneo per il commercio marittimo. La città, grazie alla sua posizione nel nord del Peloponneso, prossima all’Attica, costituiva un passaggio obbligato per i traffici commerciali tra nord e sud della Grecia e per quelli tra l’Egeo e l’Occidente. Le prime navigazioni di Corinto verso ovest si svilupparono in un contesto geografico piuttosto ampio che va dallo Ionio al basso Adriatico, sebbene non manchino, in questa fase, significative presenze in altri approdi del Mediterraneo occidentale, come ad esempio Pithecusae (Ischia) e Cumae (Cuma).
Una delle rotte percorse dalle navi corinzie era quella verso l’attuale Puglia meridionale, le cui coste distano soltanto 70 km circa da quelle dell’antico Epiro. Gli scavi archeologici condotti in territorio pugliese hanno confermato una presenza di importazioni corinzie che sembra iniziare nella prima metà dell’VIII sec. a.C.
A tale arco cronologico appartengono i materiali provenienti da un impianto cultuale di Roca (Melendugno – Lecce), significativa attestazione dei circuiti regionali collegati a Corinto e a Itaca.
Tali contatti prendono vigore nel corso degli ultimi decenni dell’VIII e per tutto il VII sec. a.C., in quantità progressivamente crescente. Ne sono una testimonianza i materiali di importazione corinzia, databili al VII sec. a.C., provenienti dai centri di Otranto, Vaste, Muro Leccese, Castro, Roca, Cavallino e da Taranto.
All’interno della mostra sono esposti gli skyphoi (coppe per bere) del Protocorinzio medio (690- 650 a.C.) provenienti dai siti citati, spesso trovati in associazione con boccaletti (la cui produzione sembrerebbe localizzata a Itaca o in una delle altre fondazioni corinzie sulla costa tra la stessa Itaca e
Corfù), l’anfora da trasporto da Otranto e un frammento di pithos (grande orcio) coevi a quelli pertinenti al relitto del Canale d’Otranto. In questa sala si presenta una selezione esemplificativa dei materiali della prima età del ferro attestati da molte centinaia di esemplari nei contesti pugliesi precedentemente elencati. Tra questi i frammenti di anfore commerciali corinzie rinvenute a Otranto, all’interno di una piccola grotta scavata sul pendio, in vista dell’approdo orientale, quindi con funzione di deposito.
Roca (LE), Skyphos
seconda metà del VIII sec. a.C.
Roca (LE), Skyphos
second half of the 8th century B.C.
Roca (LE), Anfora
seconda metà del VIII sec. a.C.
Roca (LE), Amphora
second half of the 8th century B.C.
Roca (LE), Boccaletto
seconda metà del VIII sec. a.C
Roca (LE), Boccaletto (little cup)
second half of the 8th century B.C.