Gli skyphoi recuperati tra il carico del relitto sono contraddistinti da una decorazione a linee verticali sulla spalla e presentano la parte inferiore della coppa campita a vernice bruna. Queste coppe sono riconducibili a una produzione corinzia dei primi decenni del VII secolo a.C. Le dimensioni di queste coppe, solitamente utilizzate per il consumo del vino, sono abbastanza omogenee e la loro capacità si attesta intorno a 1 litro al livello dell’orlo. Gli skyphoi presentano un’elevata qualità tecnica e una raffinata accuratezza di esecuzione negli elementi decorativi. Il restauro ha evidenziato, inoltre, le tracce di lavorazione tra cui i segni delle pennellate e, in un caso, le impronte digitali del ceramista.
Sempre a una produzione corinzia appartengono l’oinochoe e l’anfora in questa vetrina. Di notevole interesse è la presenza di due segni incisi con accuratezza e perizia sulla pancia dell’anfora, che potrebbero rimandare al mondo fenicio-cipriota, e certamente non a una sequenza alfabetica riferibile alle esperienze epigrafiche dei Greci. Che si tratti dei segni incisi da un marinaio a bordo? Solo il recupero del resto del carico potrà chiarire tale aspetto.